Una prima volta “ad alta quota” per la Croce Viola. Nella giornata di ieri, infatti, siamo stati allertati per offrire il supporto al personale di un’eliambulanza, che aveva bisogno di un volontario di livello avanzato, di un defibrillatore e di altro materiale sanitario.
In poche ore siamo riusciti ad allestire tutto e stamattina una nostra volontaria è stata imbarcata su un volo sanitario in partenza dall’aeroporto di Peretola con destinazione Cagliari. Qui l’eliambulanza ha imbarcato un paziente bresciano di 67 anni che era ricoverato da giorni in conseguenza di una grave infezione che lo aveva colpito prima alle gambe e poi ai polmoni.
L’aereo a questo punto ha fatto rotta sull’aeroporto di Brescia-Montichiari, dove un’ambulanza attendeva il paziente per il successivo ricovero nell’ospedale cittadino.
Per la Croce Viola si tratta di una “prima” in un settore, quello dell’assistenza ai trasferimenti sanitari ad alta quota, che nei prossimi mesi potrebbe diventare strategico.
Ecco il racconto in prima persona della giornata ad alta quota di una nostra volontaria.
Giornata lunga, stancante ma emozionante. C’era l’emozione del fare una cosa nuova, per la prima volta. L’emozione del non conoscere nessuno, dell’essere sola e del rappresentare la Croce Viola. La preoccupazione per la salute del paziente. Poi arrivi in aereo e il pilota ti fa vedere tutto. È molto gentile e ti mette subito a tuo agio. Arriva il comandante ed anche lui gentilissimo ti mette a tuo agio. Il dottore, invece, che all’inizio sembra un po’ burbero e serio si scioglie a servizio finito.
Partiamo da Firenze per la Sardegna: volo perfetto, piloti bravi. A Cagliari ci aspetta una ambulanza che ci porta all’ospedale Brotzu. Prendiamo il paziente e torniamo in aeroporto. Carichiamo il paziente in aereo, con manovre per me nuove ma se ti sai muovere tra barelle e spinali è molto simile e quindi tutto fila liscio. In aereo controllo la saturazione al paziente e attacco l’ossigeno essendo a 90. Tanto supporto psicologico al malato che ha paura, dolore (la barella da aereo è stretta e scomoda). Arriviamo a Brescia: dopo una mezz’ora ecco l’ambulanza. Una quarantina di minuti di viaggio, poi lasciamo il paziente in ospedale. Finalmente ci fermiamo a prendere un panino e finalmente il dottore si scioglie! Mi fa i complimenti, mi dice che spera di lavorare di nuovo con me… Se ci possiamo dare del tu e mi offre il panino. Arriviamo dopo 50 minuti in aeroporto in super ritardo sui piani. Decolliamo alla volta di Linate. Altro volo perfetto. Ci salutiamo tutti, molto cordialmente e ci ringraziamo reciprocamente della collaborazione. Taxi, stazione… Sguardi stupiti di chi mi vede in divisa e con due mega zaini e non capisce. E ora… treno per casa!!! Stanca, stanchissima ma felice!!! Grazie